Fine Before You Came: bentornati. E Grazie.

E’ uscito il nuovo album dei Fine Before You Came, e sono felice per due motivi. 1) E’ in free download, troppa grazia. 2) Quando mi sento male loro sono come una Tachipirina.

Ormai” è un disco pazzesco. Forse appena più pulito di quel capolavoro chiamato “Sfortuna” (un monumento post-emo-evviadicendo), ma questi ragazzi riescono sempre a stare sul pezzo. Vengono dalla gavetta vera, e dopo anni di sbattimenti raccolgono quanto seminato con pazienza. I Fine Before You Came sono di stanza a Milano, suonano post-hardcore martellato ed appassionato, cantano in italiano. E il bello è che forse è proprio questo il loro punto di forza. Modelli stilistici americani, lingua di casa propria. Accoppiata vincente.

“Sfortuna” era un disco talmente bello che sono arrivato ad odiarlo. Si era conficcato sotto pelle, e per diversi mesi non ho ascoltato altro. All’epoca avevo messo la parola “fine” ad una storia complicata. E “Sfortuna” parlava proprio di quella roba lì, dell’incapacità di accettare la realtà delle cose. Delle persone che vanno e vengono dalle nostre vite. Della quotidianità che amavi, e che sei costretto a reinventarti.

Ironia della sorte, anche “Ormai” è uscito in un momento particolarmente sbandato della mia vita. Un’altra persona se ne è andata, provi a capire e vedi che alla fine, gira e gira, i conti non tornano mai. O meglio, tornano ma non riesci a rassegnarti. Anche se dovresti. “Imparare a lasciarsi galleggiare, con un sasso sulla pancia ed un pensiero bello in testa”. Questo è il punto. Lo dicono in Sasso, ed hanno ragione da vendere. Ora voglio vederli sudare sul palco, sputare sangue, scatenare stagediving. La paranoia si combatte con la paranoia. Grazie, Fine Before You Came. Siete già entrati nella mia playlist 2012 dalla porta principale.